Introduzione.
Questa serie di fotografie è un tentativo di rispondere alla domanda che ci viene sempre posta quando torniamo da un viaggio in Africa: Com’è andata, cosa avete fatto?
Queste foto vogliono essere uno sprone a camminare con noi per far nascere un mondo più giusto e meno diviso tra persone che devono far la dieta e persone che non hanno la possibilità di soddisfare le più elementari necessità.
In Africa, prima di tutto siamo stati accolti con la proverbiale e immensa ospitalità africana, come si può vedere dalle feste che i ragazzi e i giovani africani hanno fatto in nostro onore.
— Durata: 2:45 —
I nostri amici volontari.
A nairobi abbiamo rivisto o conosciuto amici che sono e saranno sempre presenti nel nostro cuore. Missionari, suore e volontari, europei o africani, che hanno deciso di condividere tutta o parte della loro vita con persone bisognose.
— Durata: 3:10 —
I sorrisi dei bambini.
Un’altra tappa fondamentale per ringraziare il Signore di questa esperienza, è stata il contatto con i bambini e bambine conosciuti durante la permanenza a Nairobi. Bambini con un passato e purtroppo a volte anche con un presente difficilissimo, con esperienze negative a noi lontane anni luce. Nel constatare comunque che l’amore e l’affetto dei missionari e volontari permetteva loro di riaprirsi alla vita ci ha fatto ancora di più capire cosa significa la parola del Vangelo: “Ama il prossimo tuo come te stesso”. Per questo abbiamo inserito questa serie di fotografie, in cui si notano i sorrisi e la gioia dei piccoli e meno piccoli quando finalmente fanno quello che dovrebbero avere diritto di fare tutti i bambini del mondo: giocare.
— Durata: 3:05 —
Kivuli e altre strutture di volontariato.
Ora vedremo i gruppi di bambini e bambine che abitano le varie case: Anita’s Home, Kivuli, Mdugo ‘Ndogo, Tone la Maji, gestite da Padre Kizito e la sua comunità di Koinonia. Speriamo che dalle foto di gruppo traspaia l’unità che lega questi ex bambini di strada l’uno con l’altro.
— Durata: 1:28 —
La condivisione del cibo.
Il legame con la gente del posto si è affinato anche dall’aver condiviso il cibo con loro.
Dovunque andassimo l’accoglienza era accompagnata da una condivisione del cibo anche, e soprattutto, in quei posti dove il cibo è tutt’altro che abbondante e superfluo.
Il ricordo dell’anziana signora che si dispiace perchè non avevamo il tempo per bere il thé con lei, nella sua baracca a madar, anche se questa offerta significava fare altri debiti, rimarrà sempre in noi come esempio massimo di condivisione.
— Durata: 2:34 —
Cosa abbiamo già fatto e cosa vorremmo ancora fare.
L’esperienza a Nairobi è stata fatta anche perché l’associazione Pole Pole, grazie all’aiuto della Compagnia del Caffé, della Parrocchia di San Secondo, e da tantissime persone, ha cercato di aiutare economicamente alcune iniziative curate da Padre Kizito, Padre Moschetti, suor Elisabetta ed altri. Abbiamo quindi fotografato il risultato materiale dei nostri aiuti e le iniziative che quest’anno vorremmo sostenere.
— Durata: 3:48 —
Le Messe in Africa.
Le varie chiese in cui abbiamo vissuto la Santa Messa, sono chiese piccole umili e semplici, dove sia la musica, tamburi, sia la coreografia, canti e balli, e sia la struttura, tabernacoli e altari in legno, ci hanno fatto capire che non solo esteriormente, ma soprattutto interiormente la fede africana ha trovato un suo modo peculiare di esprimersi diverso dal nostro. Abbiamo assistito a celebrazioni gioiose e particolarmente sentite, con la popolazione che doveva percorrere molta strada per raggiungere la chiesa. Inutile nascondere che il raffronto con le nostre Messe, spesso troppo formali o fredde, ci è venuto spontaneo.
— Durata: 2:33 —
Povertà e ricchezza: il contrasto di Nairobi.
Nella stessa Nairobi, abitata da quattro milioni di persone, il dieci per cento della popolazione vive nel lusso e nell’ottanta per cento del territorio, il resto è riservato ai poveri. Quindi con foto alterne, ricchezza e povertà, cerchiamo di evidenziare questo enorme controsenso.
— Durata: 3:16 —
I rapporti con la gente del posto.
Come diceva bene il giornalista Kapuscinski, si va nel mondo per conoscere le persone, per incontrare l’altro e farsi carico dell’altro.
Vogliamo quindi evidenziare i rapporti di amicizia che si sono creati coi bimbi e con la gente del posto, facilitati dalla proverbiale accoglienza delle popolazioni africane.
— Durata: 4:17 —
La povertà degli “slums”.
Le foto di alcuni slum che abbiamo visitato sono forse la parte di più forte impatto, ma speriamo che i sensi di colpa che ognuno di noi sente nel vedere queste immagini, si trasformi in molla per cercare di cambiare questo mondo così mostruosamente diviso tra ricchi, pochi, sempre più ricchi, e poveri, ottanta per cento della popolazione mondiale, sempre più poveri e costretti a vivere in condizioni disumane.
— Durata: 4:54 —
La nostra giornata tipo.
Ora cerchiamo di farvi vedere dove e come abbiamo vissuto, soprattutto per far capire che per fare questa esperienza non si affrontano pericoli mortali né bisogna essere superman. Cerchiamo di spiegarvi una giornata tipo facendovi vedere anche come erano fatte le stanze dove dormivamo, la cucina e la… “lavastoviglie”.
— Durata: 2:19 —
Volti.
Infine vogliamo farvi vedere una serie di volti africani. Volti a noi famigliari e carichi di significato; e speriamo, con la visione di questi personaggi, di rendere più reale l’esperienza per voi che non l’avete vissuta. Come dice Padre Enzo Bianchi, non esiste la povertà ma esiste il povero. Non esiste l’assistenzialismo, ma esiste una persona da aiutare. Se ognuno di noi riesce a fissare nella sua mente il volto di un povero, è certamente più facilitato nel cercare di essere meno egoista e più spinto alla condivisione.
— Durata: 5:48 —